domenica 13 novembre 2011

Un Sentiero Verso l'Ignoto

Un Sentiero Verso l'Ignoto

Secondo la scienza, dei primi due anni di vita n si hanno ricordi, perché deve ancora completarsi quella parte del cervello (l'ippocampo) che è il cen­tro della memoria.

Invece, qui la narrazione co­mincia con la descrizione della nascita e del pri­mo periodo di vita vissuti con spirito cosciente e critico dallo stesso neonato: quel bambino ha un corpo che si evolve lentamente adattandosi al­l'ambiente, ma, fatto sorprendente, il suo spirito è già in contemplazione di ciò che avviene, quasi avesse un vissuto alle spalle.

Il modo in cui l'auto­re affronta il racconto della sua vita esprime la visione, maturata negli anni, della "persona" scis­sa in due parti distinte: il corpo che vive nella real­tà quotidiana e lo spirito che interpreta e dà senso agli eventi e agli incontri.

Più che di "spirito", egli parla di"energia"che accompagna ogni individuo, determinandone la forza e il valore: qui si parla di una energia particolarmente forte che ha consen­tito all'autore di vivere esperienze straordinarie, anche se le più incisive sono quelle "fuori dal cor­po", in uno spazio in cui presente, passato e futu­ro coincidono

La preveggenza sul futuro, il soc­corso nelle difficoltà e specialmente la direzione da imprimere alle proprie azioni sono una conseguen­za di questa eccezionale forza dello "spirito".

Gli episodi narrati sono quelli che ognuno affronta quotidianamente e riguardano studio, lavoro, rap­porti affettivi, malattie e incidenti, ma dall'auto­re sono vissuti e ricordati secondo modalità sensa­zionali che suscitano, in noi lettori, curiosità, me­raviglia e incredulità.

La scienza ci informa che i ricordi non sono definitivi, ma si modificano nel tempo assumendo i colori delle emozioni e delle convinzioni che si sono, via via, maturate, diven­tando il prodotto del nostro personale vissuto.

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