Secondo la scienza, dei primi due anni di vita n si hanno ricordi, perché deve ancora completarsi quella parte del cervello (l'ippocampo) che è il centro della memoria.
Invece, qui la narrazione comincia con la descrizione della nascita e del primo periodo di vita vissuti con spirito cosciente e critico dallo stesso neonato: quel bambino ha un corpo che si evolve lentamente adattandosi all'ambiente, ma, fatto sorprendente, il suo spirito è già in contemplazione di ciò che avviene, quasi avesse un vissuto alle spalle.
Il modo in cui l'autore affronta il racconto della sua vita esprime la visione, maturata negli anni, della "persona" scissa in due parti distinte: il corpo che vive nella realtà quotidiana e lo spirito che interpreta e dà senso agli eventi e agli incontri.
Più che di "spirito", egli parla di"energia"che accompagna ogni individuo, determinandone la forza e il valore: qui si parla di una energia particolarmente forte che ha consentito all'autore di vivere esperienze straordinarie, anche se le più incisive sono quelle "fuori dal corpo", in uno spazio in cui presente, passato e futuro coincidono
La preveggenza sul futuro, il soccorso nelle difficoltà e specialmente la direzione da imprimere alle proprie azioni sono una conseguenza di questa eccezionale forza dello "spirito".
Gli episodi narrati sono quelli che ognuno affronta quotidianamente e riguardano studio, lavoro, rapporti affettivi, malattie e incidenti, ma dall'autore sono vissuti e ricordati secondo modalità sensazionali che suscitano, in noi lettori, curiosità, meraviglia e incredulità.
La scienza ci informa che i ricordi non sono definitivi, ma si modificano nel tempo assumendo i colori delle emozioni e delle convinzioni che si sono, via via, maturate, diventando il prodotto del nostro personale vissuto.
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